ANALOGIA TRA SINDACI E START-UPPER

La ricetta vincente per amministrare una città è saperla gestire come una vera e propria Start-Up. E’ un momento di stallo per tutti, l’economia non cresce, le borse internazionali hanno difficoltà a raggiungere il pareggio di fine giornata, la politica fatica a trovare soluzioni più idonee per puntare alla ricrescita e come se non bastasse, il Sole 24 Ore stila anche quest’anno la classifica degli amministratori locali delle maggiori città italiane. La Puglia fa bene con Michele Emiliano, sindaco di Bari, e Nichi Vendola, presidente della Regione. Notevolmente male il resto. Il sindaco di Foggia penultimo con il 45% dei consensi e calo netto anche per il sindaco di Taranto  Ippazio Stefano, che si colloca a metà classifica con il 53% dopo che in passato aveva raggiunto livelli da podio con il conseguente commissariamento della città piegata dal dissesto economico. Cari sindaci, la ricetta è semplice. Per guidare la città servono i consensi, e per ricevere consensi bisogna rispondere alle esigenze dei suoi abitanti fornendo servizi e opportunità di cui le persone sentono il bisogno. Alcuni tra i più famosi CEO e chef executive del mondo, hanno riscontrato alcune analogie tra il mestiere di primo cittadino e quello degli Start- upper ( giusto per chi non lo sapesse, lo start-upper non è altro colui che fonda il proprio mestiere sulla “cultura di fare impresa”, tendenza tipicamente in crescita nel nuovo continente e che nell’ultimo decennio ha invaso la mentalità imprenditoriale degli Europei )
Per fare impresa, soprattutto a chi si affaccia per la prima volta sul mercato, si deve avere la capacità di individuare i bisogni dei potenziali clienti, studiare il settore, individuare le opportunità ed esaminare le minacce. Lanciare un nuovo prodotto sul mercato, significa soddisfare la domanda o meglio ancora crearla. Immaginiamo il caso in cui i cittadini hanno necessità di passeggiare in bici. Questo significa che esistono tutti i presupposti per creare un pista ciclabile in paese. I casi possono essere tantissimi, ad esempio il cittadino richiede  necessità nei parcheggi pubblici, parchi attrezzati per poter passeggiare con il proprio cane, centri di lettura,  strutture dove poter assistere gli anziani o magari  organismi che assistano i giovani per orientarsi al difficile mondo del lavoro. Certo, per fare tutto questo servirebbero degli ulteriori investimenti, ed in un momento così difficile per gli enti locali, con i tagli previsti dal Governo e con l’aumento delle imposte come Irpef e Imu, il primo cittadino deve avere  in sé  talento e competenza, per soddisfare le esigenze dei cittadini. Ma molto spesso  i nostri sindaci e le loro amministrazioni sono privi di tali caratteristiche. Così come un imprenditore di successo cerca di cogliere intorno alla sua impresa le migliori professionalità disponibili sul mercato, allo stesso modo le amministrazioni locali dovrebbero essere composte di staff specializzati e preparati. La scelta delle figure professionali è fondamentale e un sindaco deve avere la capacità di fondare il proprio mandato sulla qualità delle persone al servizio delle stesse. E’ scontato che la qualità sia un fattore generalmente legato al budget economico. Una città come Taranto che porta evidenti difficoltà finanziarie, cui incatenano l’amministrazione locale ad intervenire sulla qualità dei servizi, il problema diventa più serio. La necessità di poter investire è collegata alle potenzialità di un servizio. Ed allora la domanda risulta inequivocabile : Per quale ragione  si dovrebbe  investire su un territorio che è economicamente depresso e che fatica a garantire la crescita ?   Negli ultimi anni ad esempio, la città di Taranto è passata da  250.000 abitanti a 176.000 con un continuo trend negativo. La soluzione si potrebbe trovare in un maggiore rafforzamento della cultura di Palazzo ( comunale, s’intende). Una città non può diventare prospera se difetta di vivibilità o di un tenore di vita alto e attrattivo. La città cresce se muovendosi, le persone percepiranno un cambiamento positivo nelle loro condizioni di vita. Ingrediente fondamentale per valorizzare una città è attrarre le eccellenze, coltivare i talenti, non allontanarli o facilitarli ad abbandonare il paese.  Un buon sindaco deve diventare l’imprenditore della città e fare leva sui tre pilastri che alimentano l’economia locale : talento, cultura e capitale. Solo interpretando  i desideri della propria utenza si può puntare su un’amministrazione  intelligente. Impresa e città vanno in simbiosi …. l’unico accorgimento ai futuri sindaci “start-upper” è uno solo …. Siate sempre trasparenti, perché “Tangentopoli” è continuamente in agguato dietro l’angolo…