Qualcosa si sta muovendo finalmente! Le indiscrezioni delle ultime ore parlano di alcune misure governative a sostegno dell’ecosistema delle startup innovative italiane che potrebbero essere inserite nel nuovo decreto legge in pubblicazione a breve.
Ad annunciarlo è Gian Paolo Manzella, sottosegretario allo Sviluppo economico cui ha dichiarato poche ore fa che il governo è pienamente impegnato sui temi dell’innovazione d’impresa e sta attuando il rafforzamento di alcuni strumenti come il Fondo Centrale di Garanzia e pensando a nuovi interventi con attori pubblici del settore finanziario, come Cassa Depositi e Prestiti e Banca Europea per gli Investimenti.
Il tempo stringe e le startup innovative iniziano a sentire il peso di questa emergenza globale, più di qualsiasi altra impresa. Secondo i dati pubblicati da Pitchbook, il numero di operazioni di venture capital nei primi 10 paesi è quasi dimezzato nel primo trimestre del 2020. Secondo l’autorevole fonte del New York Times sembra chiaro che le prime vittime dell’ondata anomala del COVID19 siano proprio le startup.
Un esempio concreto di ciò che sta accadendo arriva proprio dalla California, a pochi passi dalla Silicon Valley Bird, la startup per il noleggio di scooter elettrici, considerata tra le più promettenti imprese innovative in tema smart mobility, ha licenziato centinaia di dipendenti in soli 4 minuti. La startup aveva recentemente raccolto centinaia di milioni di dollari dagli investitori, ma ha deciso di tagliare i costi per garantire abbastanza liquidità per auto sostenersi almeno fino a fine anno, ha dichiarato l’AD Vander Zanden.
Nelle ultime settimane alcuni paesi zona euro stanno adottando nuove misure per sostenere le loro startup tecnologiche in una delle più buie recessioni economiche dall’avvento di big tech come Google e Facebook.
La Francia ha lanciato un piano di liquidità di 4 miliardi di euro per supportare i flussi di cassa delle sue startup. Il pacchetto comprende rifinanziamenti a breve termine, investimenti in round di finanziamento già pianificati e pagamenti anticipati su crediti d’imposta.
La Germania è pronta a fornire assistenza finanziaria per 2 miliardi di euro per aiutare a sostenere le sue giovani startup tecnologiche. I tedeschi stanno inoltre prendendo in considerazione la creazione di un fondo a lungo termine di 10 miliardi di euro per startup mature. Ovviamente stiamo parlando di due paesi che insieme detengono quasi la maggioranza delle operazioni di Venture Capital dell’intero continente europeo con investimenti rispettivamente di 7 e 5,2 miliardi in capitale di rischio, secondo i dati forniti da Dealroom.
Poi c’è l’Inghilterra post Brexit, le cui startup tecnologiche hanno ottenuto finanziamenti record per 13,2 miliardi solo nel 2019.
La verità è che il Coronavirus sta bloccando i ricavi delle startup e sta mettendo alle strette gli investitori che hanno investito nel loro capitale di rischio.
E’ in Italia qual’è la situazione ? Nella penisola si sta muovendo VC Hub Italia, l’associazione che rappresenta i principali Fondi di Venture Capital italiani con il lancio di una petizione su Change.org cui chiede al governo di prendere provvedimenti straordinari per aiutare le startup che in questo momento si trovano in difficoltà e rischiano di non superare la crisi. La petizione si chiama Un Futuro senza futuro, ed è a quota 3 mila firme. L’associazione chiede l’introduzione di uno Startup emergency act , spiegando come in in tutta Europa (Francia, Regno Unito, Germania) sono in corso di attuazione misure urgenti straordinarie per salvaguardare gli ecosistemi dell’innovazione e le startup.
Ma quali dovrebbero essere le proposte messe sul piatto dal Governo italiano per sostenere le oltre 11 mila startup innovative iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese ?
Innalzamento soglia Fondo di Garanzia per startup
Il governo starebbe lavorando su innalzamento dall’80 al 90% della tutela del Fondo centrale di garanzia per i prestiti richiesti alle banche. La misura permetterebbe di liberare risorse private a favore delle imprese, senza appesantire i conti pubblici. La garanzia è gratuita per tutte le operazioni. Al momento si applica la percentuale massima di copertura fino ad un importo massimo garantito di 1,5 milioni per singola impresa (al superamento di tale soglia si applicano le misure ordinarie di copertura).
Credito imposta R&S al 30%
Innalzamento dal 12 al 30% del credito d’imposta per ricerca e sviluppo per le startup e pmi innovative e erogazione flash dei crediti già maturati entro il 30 aprile 2020. La misura avrebbe un duplice effetto: una startup che spende, per esempio, 1oo mila euro in ricerca e sviluppo verrebbe raddoppiare il proprio credito nei confronti dello stato e potrebbe già incassare ciò che le spetta per le spese sostenute nei primi quattro mesi del 2020.
Startup bond
Si pensa all’emissione di bond convertibili tramite il Mediocredito centrale, che permetterebbero di co-finanziare attraverso delle obbligazioni quelle imprese che in queste settimane di emergenza sanitaria continuano a investire o ad attirare investitori. L’auspicio è arrivare a un rapporto di 1 a 4: per un investitore che scommette 10mila euro, startup e pmi innovative potranno emettere obbligazioni per 40mila euro che verranno sottoscritte dal veicolo pubblico.
Aumentare il plafond del Fondo Nazionale Innovazione
Un ulteriore strada potrebbe essere quella di aumentare la dotazione economica del Fondo Nazionale dell’Innovazione per rafforzare i diversi veicoli di investimento, con il fine ultimo di attrarre investimenti dall’estero per rendere più solido il panorama dell’innovazione made in Italy.
Cosa succederà nelle prossime ore ? staremo a vedere ! Sperando che nel frattempo …… le nostre startup sopravvivano …