AGROENERGIA: COSA E’  E PERCHE’ IN PUGLIA FUNZIONA

E’ tra le fonti rinnovabili più utilizzate del momento. Il termine stesso, AGROENERGIA, nasce appunto per  raggruppare tutte le forme di energia rinnovabile prodotte nell’economia dell’azienda agricola e agro-forestale. Oggi, l’ agroenergia è per  gli agricoltori la migliore  opzione possibile per l’economia del mercato, visto oramai la crisi del settore agricolo dovuta ad una riduzione della domanda e ad un passaggio dei prodotti al consumatore finale, che comporta nessun tipo di guadagno da parte del produttore agricolo. Dare la possibilità agli   agricoltori di poter finaziare tali progetti,  sempre però  tenendo  in considerazione un’ampia serie di variabili, come la disponibilità futura di materie prime per produzione energetica, i tempi reali per l’incasso degli incentivi, nonché l’andamento dei prezzi agricoli nel loro insieme. In altre parole, si richiedono agli agricoltori maggiori capacità imprenditoriali, le quali avvicinano il business dell’agricoltura a quello dell’industria manifatturiera. La colza per esempio, è  una delle oleaginose più utilizzate per oli vegetali e biodiesel. Esistono infatti, già centrali elettriche alimentate con questi carburanti, con buoni rendimenti energetici, grazie all’utilizzo via-teleriscaldamento del calore prodotto. Bisogna poi considerare, che al di là dei fattori che riguardano il potenziamento delle enrgie alternative, la Puglia è una regione prevalentemente basata sull’agricoltura, di conseguenza poter coniare questi due elementi risulterebbe strumente efficiente di internazionalizzazione economica ed energetica. In pratica noi dipsoniamo della terra e  di prodotti di qualità per poter sbaragliare la concorrenza del settore. Le parole espresse a Bari durante l’ AGRILEVANTE 2009, sono state di enorme auspicio. Le bioenergie devono essere viste non solo come una nuova avventura, ma soprattutto come “una risposta concreta ai problemi legati i costi dell’energia, che spesso affliggono il settore. Investimenti innovativi serviranno di sostegno al comparto e permetteranno di affrontare meglio i mercati concorrenti”. L’esperienza della Regione Campania è stata illustrata dall’  Assessore all’Ambiente di un territorio che ha anch’esso, come la Puglia, una forte connotazione agricola e parecchie criticità dovute allo stoccaggio dei rifiuti, risolte anche grazie al Piano regionale campano. “Riconvertiamo discariche abusive in terreni con colture a destinazione energetica. Ma veniamo qui in Puglia anche per imparare come prevenire il problema piuttosto che affrontarlo nell’emergenza. Crediamo che la Puglia abbia potenzialità eccezionali proprio per la sua connotazione innovativa nelle produzioni”.

L’approvvigionamento energetico “alternativo” è una vera e propria sfida. Una sfida aperta nei confornti del protocollo di Kyoto e del “Libro Bianco” che segnano gli  obiettivi che tutta l’Unione Europea dovrebbe perseguire.  In particolare l’Italia con il il 12% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e  il  23% di quella elettrica risulta essere ancora indietro rispetto agli altri paesi. L’agricoltura è l’unico settore in grado di rinnovarsi e di riprodurre la propria materia prima ed è l’unica in grado di fornire energia da fonti rinnovabili: l’emissione di CO2 derivante da fonti rinnovabili è l’unica che può essere riassorbita e riciclata dalle stesse fonti e non andare, al contrario, ad aumentare quella quantità di CO 2 inutilizzata che crea il cosiddetto “effetto serra”. L’attenzione quindi deve essere rivolta verso l’utilizzo di fonti rinnovabili da biomasse di tipo vegetale annuale a cui la regione Puglia è particolarmente vocata, abbinata all’utilizzo di biomasse di derivazione animale: reflui zootecnici e sottoprodotti della lavorazione del latte, in particolare siero o latticello.

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