DISOCCUPAZIONE CHE SFIORA IL 6,7%, E AL SUD E’ ALLARME
Sbaglio o proprio alcuni giorni fa il premier Berlusoni diceva, <<la crisi? in Italia l’abbiamo scampata >>, chissà forse, lui vivendo ad Arcore non si è reso conto della situazione. Allora diamogli una bella rinfrescatina: La disoccupazione torna a mordere, raggiunge un complessivo 6,7% e chiude l’anno con un minaccioso +0,7%. Intanto, continua ad allargarsi la forbice Nord-Sud. Questa l’istantanea del lavoro in Italia, scattata dall’Istat nel dossier pubblicato lo scorso 29 aprile e consultabile sul portale web dell’Istituto di statistica.Situazione da bollino rosso nel meridione. Per tutte le regioni del Sud il tasso d’occupazione è infatti abbondantemente inferiore alla media nazionale: è così in Sardegna (52,5%), Basilicata (49,6%), Puglia (46,7%), Calabria (44,1%), Sicilia (44,1%) e Campania (42,5%), fanalino di coda dell’intero ranking italiano. A conti fatti, eccetto la Sardegna, al Sud in cinque regioni su sei è occupata meno della metà della popolazione in età lavorativa (15-64 anni). E’ soprattutto il divario rispetto al nord Italia a rendere però inquietante l’andamento statistico. L’Emilia-Romagna, che detiene il primato nazionale del tasso d’occupazione con il 70,2%, è infatti lontanissima. Come del resto Trentino Alto Adige (68,6%) e Valle d’Aosta (67,9%), che completano il podio. I 9,4 milioni di italiani ‘inattivi’: nella fascia d’età tra i 15 e 64 anni, il rapporto tra chi non rappresenta forza lavoro e la popolazione complessiva, è passato dal 37,5 al 37% del 2008. Anche in questo caso lo scarto tra Nord e Sud d’Italia è fortissimo. Con l’eccezione della Valle d’Aosta (il tasso è salito dal 29,6 al 29,8%) il parametro è in discesa in tutta l’area centro-settentrionale. La performance migliore l’ha registrata l’Emilia-Romagna, dove la percentuale di inattivi si è fermata al 27,4%. Seguono Trentino (29,4%) e Valle d’Aosta (29,8%). Buono anche il risultato di Lazio (gli inattivi sono passati dal 36,2 al 34,9%) e Toscana (dal 32,3% al 31,1% nell’anno passato). Il panorama cambia radicalmente nel mezzogiorno. La Campania detiene il record di inattivi: più di una persona su due, il 51,3%. Percentuali simili anche in Calabria (49,8%) e Sicilia (48,8%). Nella sostanza non sfuggono alla regola di quasi la metà della popolazione inattiva neppure Puglia (47,1%), Basilicata (44,2%) e Sardegna (40,1%). Ma la cosa altrettanto sconvolgente è che dall’incrocio dei vari parametri statistici emerge poi che ben 1,1 milioni di disoccupati italiani (su un complessivo 1 milione e 692mila),sono giovani di età compresa dai 24 e 29, hanno tutti alle spalle almeno un’esperienza lavorativa, ma stanno andando a caccia di un posto da più di un anno. Vabbè che sarà mai, Berlusconi di questo particolare se ne sarà dimentcato…. è cosi impegnato…. ed i politici locali, coloro che attualmente son in campagna elettorale e che spaziano nei loro comizi dalle miriadi di problemi sull’ambiente, alle problematiche sull’istruzione…. Beh si ….. tutti laureati……. e poi a lavorare….. ci mandiamo i libri ?