ALLEVAMENTO ITTICO : UN BUSINESS VINCENTE
I nostri mari sono ricchi di pesci delle specie più varie e proprio la pesca e il settore ittituristico sono al centro di un business sempre più fiorente. Tuttavia, intraprendere un’attività commerciale come questa potrebbe rivelarsi un grosso rischio: è opportuno, dunque, affidarsi a consulenti esperti, in grado di guidare l’aspirante imprenditore in ciascuna fase del progetto. È fondamentale, infatti, capire quali sono le reali prospettive che un attività di questo genere offre e, per farlo, occorre porsi alcuni interrogativi.
Decidi lo scopo del tuo allevamento ittico. La prima domanda da farsi è per quale ragione si intende dare avvio a una tale attività: l’allevamento di pesci può essere finalizzato all’approvvigionamento di cibo, essere praticato per hobby o servire come fonte primaria di guadagno.
Acquisisci competenza riguardo all’allevamento ittico.
Sapere il più possibile sulla gestione di un allevamento ittico è indispensabile a fine di una scelta consapevole: non a caso, i professionisti del settore consigliano l’iscrizione a corsi e programmi di formazione che, spesso, prevedono anche visite negli stessi allevamenti ittici al fine di interagire con chi – quotidianamente – se ne occupa. Importantissime sono, poi, le risorse offerte dalla rete.
Scegli con cura il luogo adatto per un allevamento ittico. Dopo un’adeguata formazione, il primo passo da compiere è capire che tipo di risorsa idrica si ha a disposizione nel terreno su cui sorgerà l’impresa e quali tipi di pesci sarebbe meglio allevare, valutando il tipo di clima presente in quell’area, la qualità del terreno, la presenza di compressi abitativi che potrebbero incidere negativamente sulla vita degli animali. Gli impianti oggi presenti sul mercato sono di varia dimensione, localizzati in mare, in grado di produrre grandi quantità di pesce e, nel contempo, gestirne l’intero ciclo biologico:
• la riproduzione;
• la crescita;
• la raccolta e la commercializzazione.
Per questo ultimo punto, bisogna organizzarsi per tempo, con una serie di mezzi di trasporti e di contatti giusti.
Analizza le prospettive per il business.
Naturalmente sarà necessario analizzare anche il mercato in cui si intende operare e il budjet iniziale per avviare l’attività. Sarà opportuno rivolgersi a dei consulenti esperti per la redazione di un business plan.
Le agevolazioni. A fronte del costante sviluppo che il settore ha registrato negli ultimi anni, il Governo ha reso recentemente operativi gli incentivi riservati agli imprenditori del settore ittico per l’acquisto di piattaforme e-commerce e per la costituzione di reti di impresa.
La normativa (decreto 13/1/15 del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali di concerto con il Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero dell’Economia e delle finanze) prevede, infatti, un credito di imposta del 40% per investimenti fino a 50.000 euro riservati ad investimenti per e-commerce di prodotti agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura e fino a 400 mila euro per la costituzione delle reti d’impresa e per l’innovazione. A beneficiare del credito d’imposta del 40% per la realizzazione di siti web e-commerce saranno persone fisiche o giuridiche, titolari di reddito di impresa o di reddito agrario. Il credito d’imposta riguarda:
• costi per attività di consulenza e assistenza tecnico-specialistica prestate da soggetti esterni all’aggregazione in rete, per la costituzione della rete, per la redazione del programma di rete e sviluppo del progetto;
• costi in attivi materiali per la costruzione, acquisizione o miglioramento di beni immobili e per l’acquisto di materiali e attrezzature;
• costi per tecnologie e strumentazioni hardware e software funzionali al progetto di aggregazione in rete;
• costi di ricerca e sperimentazione;
• costi per l’acquisizione di brevetti, licenze, diritti d’autore e marchi commerciali;
• costi per la formazione dei titolari d’azienda e del personale dipendente impiegato nelle attività di progetto;
• costi per la promozione sul territorio nazionale e sui mercati internazionali dei prodotti della filiera;
• costi per la comunicazione e la pubblicità riferiti alle attività della rete.
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