Dalla creazione di capi di lusso alla produzione di beni di prima necessità: disposti finanziamenti a fondo perduto per la riconversione delle sartorie italiane ai tempi del Covid-19.
L’emergenza coronavirus ha colpito molti settori italiani, dall’artigianato alle grandi fabbriche, sin dalla chiusura della Cina, uno dei più grandi Paesi per l’export della nostra cara Italia.
Molte le aziende di lusso che hanno virtuosamente deciso di riconvertire la propria produzione a servizio dell’emergenza: da Armani con la creazione di camici per medici e infermieri, a Herno con circa 25.000 mascherine al mese.
Ma come fare se si vuole partecipare a questo virtuoso gesto di solidarietà, diversificando la propria attività per creare i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)?
La situazione che il Paese sta vivendo ha spesso posto la necessità di sostenere e attivare le capacità produttive di ogni azienda sul territorio a livello nazionale, ma soprattutto regionale.
Le imprese che intendono convertirsi e diversificare la loro produzione, dovranno:
- essere in possesso di codice ATECO ricompreso nell’elenco del DPCM del 22/03/2020;
- se non in possesso del codice, dichiarare e comunicare in prefettura l’apertura della propria azienda in quanto dedicata all’attività produttiva essenziale e strategica, per il supporto all’emergenza Covid-19;
- procedere con la sanificazione dei locali e predisposizione del lavoro in sicurezza secondo le norme e decreti in atto;
- definire la tipologia di mascherine che si intende produrre: chirurgiche, DPI come FFP2 e FFP3, filtranti per la collettività;
- inviare i dati alle autorità competenti e farle testare per ottenere la certificazione.
Chi fornisce le certificazioni e chi fa i test?
Le concessioni delle certificazioni alle imprese riconvertite e volte alla produzione di DPI, sono gestite dall’ISS, ovvero l’Istituto Superiore della Sanità.
- Per la presentazione delle Istanze inviare una PEC a mascherinecovid-19@pec.iss.it.
- Per informazioni sul solo iter dell’istanza inviare una mail a mascherinecovid-19@iss.it.
Per i test, come previsto dal decreto Cura Italia, gli istituti italiani che sono stati predisposti alla valutazione dei prodotti e la conseguente certificazione di validità e diffusione sono:
- Ateneo bolognese – contatti: per informazioni amministrative, Dott.ssa Alice Trentini alice.trentini2@unibo.it per informazioni tecniche sui test, al Prof. Francesco Violante (francesco.violante@unibo.it) e Prof.ssa Cristiana Boi (cristiana.boi@unibo.it)
- Tecnopolo di Mirandola in collaborazione con il laboratorio SAFE – contatto: Laura Aldrovandi tel. 0535 613808 mail: l.aldrovandi@fondazionedemocenter.it
Sono previste 3 tipologie di mascherine:
- Le mascherine chirurgiche sono dispositivi medici (DM) conformi alla norma armonizzata EN 14683, che ne definisce i requisiti di performance e la norma EN 10993 che ne definisce i requisiti di biocompatibilità.
Le mascherine chirurgiche si distinguono in Tipo I, II e IIR che vengono utilizzate:
● Tipo II e IIR, sono destinate agli operatori sanitari
● Tipo I sono destinate ai pazienti (no COVID19 positivi) e a tutte le altre persone per ridurre il rischio di diffusione del contagio in situazioni epidemiche o pandemiche. - Le mascherine DPI (dispositivi di protezione individuali, le mascherine FFP2 e FFP3) con un’efficacia filtrante del 92% e del 98%. Sono conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 149:2009 e sono idonee per proteggersi anche da “agenti biologici aerodispersi” come i virus. Le mascherine FFP2 e FFP3 sono utilizzate nei reparti ospedalieri dove si trovano pazienti contagiati, dai soccorritori di pazienti contagiati, e nelle guardie mediche.
- Le mascherine filtranti per la collettività, di uso comune, non adatta ad uso sanitario né dispositivo di protezione individuale.
E’ possibile trasformare e adattare la produzione della propria grazie al supporto di #CuraItalia Incentivi.
La misura promossa da Invitalia volta a sostenere la produzione e la fornitura di dispositivi medici e di dispositivi di protezione individuale (DPI) per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19.
La dotazione finanziaria a favore delle imprese di 50 milioni di euro.
Cosa si può fare:
- ampliare l’attività finalizzandola alla produzione di dispositivi medici e/o di dispositivi di protezione individuale;
- sanificazione e adattamento alle misure di sicurezza;
- copertura mutuo agevolato a tasso zero a copertura del 75% del programma di spesa, rimborsabile in 7 anni.
La dimensione del progetto di investimento può variare da 200mila euro a 2 milioni di euro.
I finanziamenti sono rivolti a:
- tutte le imprese costituite in forma societaria senza vincoli di dimensione;
- società di persone senza vincoli di dimensione.
Non sono ammessi:
- ditte individuali;
- partite iva.
Il bando non ha scadenza ed è stato avviato alle 12:00 del 26 marzo 2020.Per partecipare all’iniziativa è necessario essere in possesso di firma digitale e posta elettronica certificata.
Necessiti di ulteriori informazioni o supporto? Compila il form sotto l’articolo, lo Studio Maraglino sarà a disposizione per una consulenza più approfondita o per trovare la soluzione più appropriata per la vostra idea d’impresa!