Consigli pratici su come uscire dalla crisi aziendale
Crisi e Azienda sono le parole più citate del momento, Berlusconi e Spread a parte, a poche settimane dall’entrata del nuovo anno, sempre che i Maya non ci riservino ulteriori sorprese. Ma se la crisi aziendale sembra colpire in maniera indistinta gli imprenditori nei più disparati settori di mercato, sarebbe opportuno iniziare a chiedersi, quando un’azienda comincia ad entrare in crisi, piuttosto che, come si può evitare un “default” aziendale ?
Non esiste una ricetta magica, ne tantomeno esiste Mary Poppins con la sua piccola borsa dove dentro ci potresti trovare anche un elefante. Il primo passo fondamentale da apprendere e valutare con attenzione è che non sempre, “quasi mai”, le banche sono la nostra soluzione migliore prima di affrontare il problema.
Se proviamo a valutare ed analizzare i mercati finanziari nelle ultime 24 ore, qualche esperto del settore starà sicuramente consigliando investimenti azzardati per i suoi clienti/impresa. Oggi più che mai l’imprenditore deve abbandonare la logica del “profitto” e puntare principalmente alla logica del “risparmio“.
Il vostro obiettivo nel 2014 sarà quello di puntare alla salvaguardia della vostra attività, perchè “l’anno che verrà” come diceva il gran Lucio Dalla, è più freddo di quanto si pensi. Salvaguardarsi oggi, significa salvaguardare non solo voi stessi ma l’intero comparto economico nazionale.
Se un azienda entra in crisi, mette in ginocchio l’intero comparto di mercato che a sua volta si flette su tutto il sistema macroeconomico nazionale.
Per uscire dalla crisi, e non mi stancherò mai di ripeterlo, bisogna COLLABORARE IN SINERGIA. Oggi non può più esistere la vecchia quanto radicata concezione del “sono io il più furbo” perchè ogni nostra azione puramente opportunistica si flette sull’intera colletività.
Collaborare in sinergia si intende anche lavorare in maniera bilanciata tra creditori e imprenditori.
Solo guidati da questo atteggiamento che le parti in causa possono valutare la decisione di affiancare l’impresa, naturalmente in base alla “bontà” del business nel contesto congiunturale e di mercato in cui opera. Analizzare in maniera costante l’andamento della vostra azienda, guidati dai vostri consulenti, porterebbe dei benifici alla vostra attività evitando di ritrovarvi dall’oggi al domani in un vero e proprio crack finanziario.
Provate per un attimo a mettere da parte la morsa del “credit crunch” e riflettete realmente sul vostro reale apporto aziendale per alimentare il fatturato netto della vostra impresa. Per cogliere realmente la migliore strategia per il risanamento della vostra azienda dovete conoscere e far conoscere ai vostri creditori la reale situazione (presente e futura) dell’azienda.
Ma quanti di voi lo fanno veramente ? Credete che basti semplicemente produrre un business plan ai vostri creditori per essere certi che arrivi un credito alla vostra azienda ? Quanti di voi hanno presentato business plan gonfiati con rendiconti finanziari che non fotografano realmente la spina dorsale della vostra azienda ?
Vi racconto in breve alcune esperienze che mi sono capitate negli ultimi mesi.
Alcune aziende, per lo più micro e medie imprese si sono rivolte a me per una consulenza aziendale in materia di risanamento debiti. Alcune di queste addirittura avevano ottenuto negli anni delle ingenti quantità finanziarie, con la tecnica dei business plan “gonfiati”. Il risultato è che la situazione dopo alcuni anni era peggiorata rispetto al passato. Questo perchè i loro consulenti non avevano mai fatto un check up completo e realistico sulla situazione aziendale, limitandosi alla redazione di rendiconti finanziari senza magari neanche conoscere il piano delle vendite dei prossimi 5 anni. Piuttosto… Voi avete un piano di vendite per i prossimi 5 anni ? Avete mai provato a chiedere al vostro consulente un piano delle movimentazioni delle vostre scorte di magazziono al di fuori dei numeri di bilancio ? Avete mai analizzato il tessuto sociale e culturale in cui la vostra attività è presente, soprattuto per le microimprese o conduzione familiare ?
Per farla breve vi faccio un altro semplice esempio ! Una ditta che si occupa di vendita al dettaglio ed all’ingrosso esclusivamente di olio extravergine d’oliva mi ha contattato. Questa ditta si limita solo al commercio e non alla produzione. La prima cosa mi viene in mente è che la commercializzazione di prodotti di origine vegetali mantiene, nonostante il periodo, un buono trend di fatturato, grazie anche alle nuove politiche d’internazionalizzazione dei mercati, se non fosse che questa ditta ha aperto il suo unico punto vendita in Puglia nella città che comunemente viene definita “capitale dell’olio extra vergine d’oliva”. Secondo voi, è da considerarsi fattibile l’apertura di un punto vendita di olio extravergine d’oliva in una zona dove sono presenti oltre 143 aziende di produzione di olio extra vergine d’oliva ? Quanto potrebbe essere il margine di profitto di una attività di sola vendita, di un prodotto che è presente nel suo bacino di utenza in maniera spropositata ? Quanto potrebbero essere i ricavi ottenuti dall’ utilizzo degli strumenti di e-commerce, se il cliente può tranquillamente acquistare il prodotto dall’azienda di produzione presente a poche centinaia di metri, a costi quanto meno ridotti ? Cosa sarebbe successo se l’attività ( punto vendita) si fosse aperto … no so … per esempio a Bergamo o Nancy ?
Un piano di risanamento deve essere definito nell’ottica di sviluppare e commercializzare (soprattutto all’estero) tali prodotti, adottando nel contempo processi di cost saving reperendo in tal modo finanza per lo sviluppo e soddisfacimento dei sacrifici richiesti a creditori (moratoria sul debito) ed imprenditore (finanziamento soci), modulati in ragione della situazione attuale e prospettica.
Per uscire dalla crisi o meglio per non rientrarci, sarebbe preferibile puntare tutto sulla teoria dell’ MPM ( mercato, prodotto e management). Per fare questo dovete vivere l’azienda in maniera più approfondita e analizzare ogni piccolissima minaccia che trovate sul campo in maniera meticolosa senza tralsciare nulla.
E voi come pensate invece di uscire dalla crisi ?
Condivido appieno quest’articolo. 3 ingredienti fondamentali per una buona ricetta: risparmio – sinergia – MPM. In aggiunta la ciliegina sulla torta – “fuori la logica del più furbo” – fattore culturale e sociale che grava pesantemente sul nostro paese. Bisogna tornare ad essere “creativi” e con poco denaro si possono fare grandi cose. In tal modo può essere garantita la “sopravvivenza” dell’impresa. Condivido!!!