PIU DI UN TERZO DEI GIOVANI DOPO LA MATURITA’ NON SA QUALE FACOLTA’ SCEGLIERE

Sono migliaia i giovani, che ogni anno, arrivano alla maturità con apprensione e preoccupazione. Ci sono gli scritti che fanno paura. C’è il colloquio orale che spaventa più di ogni cosa. Eppure molti di loro, superata la strettoia dell’esame, si accorgono che la cosa più difficile, non è passare quell’ostacolo. Quel che è più arduo è scegliere cosa fare dopo. Sì, perché molti di loro, circa un terzo, prima di prendere la decisione che può segnare la propria vita, aspetta di finire le superiori e mettersi alle spalle quel groviglio di sensazioni che è la maturità. E qualcuno lo fa addirittura dopo settembre, dopo avere trascorso l’ultima spensierata estate. Sembra essere molto difficile la scelta riguardo l’università e la facoltà da intraprendere. Secondo l’indagine realizzata dell’Istituto Cattaneo sulle scelte dei diplomati dopo la maturità, in particolare focalizzata sui diplomati “eccellenti”, sono soprattutto i ragazzi e le ragazze del Classico a prendere una decisione per tempo: il 35,4 per cento sceglie il percorso universitario prima dell’ultimo anno. Molti quelli che aspettano l’ultimo momento. Resta evidente che la gran parte dei giovani al momento della scelta, mostra, oltre che incertezza, di non sapere molto a cosa sta andando incontro. Una situazione che rende ancora più complesso l’iter decisionale e determina, in fin dei conti, una dispersione di talenti in percorsi frammentati se non interrotti d’improvviso. Il 20 per cento degli immatricolati al sistema universitario italiano non si  iscrive più terminato il secondo anno universitario. Due ragazzi su tre si iscrive ad un ateneo. In netta maggioranza i giovani del mezzogiorno, seguiti dal centro ed in ultimo quelli del nord. Una cosa è certa, per noi della terronia la laurea resta ancora un traguardo ambito, rispetto ai nostri cugini polentoni. Ma come scelgono allora i giovani? Quali sono le motivazioni da cui si fanno guidare? Quali gli elementi che fanno pendere, infine, la bilancia da un lato? Tanti e diversi tra loro, tanto che è difficile indicarne uno solo.  La gran parte degli studenti si basa soprattutto sul quello che piace di più. Il 71,7 per cento afferma che l’attitudine alla materia è risultato un fattore decisamente determinate per la scelta. Si fa filosofia insomma soprattutto perché si ci si sente portati per le materie umanistiche e il pensiero logico. Subito dopo, nelle lista dei fattori decisivi, ci sono la qualità dei contenuti didattici, la varietà degli sbocchi lavorativi. Meno importanti, ma sempre significativi, la qualità dell’organizzazione didattica, il prestigio della professione cui si accede, la continuità degli studi precedenti, la possibilità di studio all’estero, l’innovatività del corso e la vicinanza alla residenza. Ma cosa dovrebbe fare un giovane per fare la scelta migliore ? Il mio consiglio è scegliere più che sull’università, sulla facoltà, sugli eventuali sbocchi e sulla domanda di mercato che il mondo del lavoro sta cercando. Del resto poi, non sevorno mica tuanti consigli. Se si è bravi, servirebbe allora avere solamente tanto fattore “C”. Quello non guasta neanche a meno bravi….