L’EUROPA SI PREPARA AD UN REGOLAMENTO UNIVOCO PER L’EQUITY CROWDFUNDING 

Regolamentare l’equity crowdfunding a livello europeo.  Questo è uno dei principali obiettivi posti dalla Comunità Europea in occasione dello scorso FinTech Action plan cui la commissione ha presentato una proposta di regolamento sui fornitori di servizi di crowdfundingI mercati finanziari europei saranno più integrati, più sicuri e più accessibili, grazie ai passi tracciati dalla Commissione nel suo piano d’azione FinTech. Il piano aiuterà il settore finanziario a sfruttare i rapidi progressi della tecnologia come la blockchain e altre applicazioni IT e a rafforzare la resilienza informatica. Ciò andrà a vantaggio di consumatori, investitori, banche e nuovi attori del mercato.

Nonostante l’Italia sia stato il primo Paese in Europa a dotarsi di un regolamento sull’Equity Crowdfunding nel giugno del 2013, ad oggi c’è ancora tanta confusione a livello Europeo.

L’equity crowdfunding è un’evoluzione del crowdfunding tradizionale (raccolta di fondi online), che permette a una società di incassare finanziamenti online. Gli investitori che contribuiscono alla raccolta ottengono un titolo di partecipazione all’azienda, accedendo a tutti i diritti patrimoniali e amministrativi che ne conseguono. La quota media assegnata in Italia si aggira sul 15%.

 

L’azione prevista dal  FinTech Action plan è quello di rafforzare e implementare in una regolamentazione univoca lo strumento dell’equity crowdfunding.  I nuovi servizi finanziari non sempre rientrano pienamente nel quadro normativo UE esistente; questo è il caso delle attività di crowd e peer-to-peer per startup e aziende scalabili. Un gran numero di partecipanti alla consultazione di FinTech ha evidenziato che le attività di crowdfunding basate su investimenti e prestiti o prestiti beneficerebbero di un quadro normativo UE solido e proporzionato.

Sono in totale  11 gli  Stati membri che hanno già adottato regimi su misura che sono spesso in conflitto e ostacolano lo sviluppo di un mercato unico per i servizi di crowdfunding. La mancanza di un quadro comune dell’UE ostacola anche la capacità dei fornitori di crowdfunding di crescere nel mercato unico principalmente a causa di approcci conflittuali alla vigilanza e alla regolamentazione nazionali.

Il quadro UE proposto nel piano d’azione  FinTech Action plan offrirà un regime europeo di passaporto completo per quegli attori del mercato che decidono di operare come fornitori europei di servizi di crowdfunding (ECSP). La proposta  fornirà incentivi ai fornitori di servizi di crowdfunding per aumentare gradualmente garantendo una protezione sufficiente per investitori e proprietari di progetti. 

Un altro obiettivo della proposta della Commissione Europea è quello di aumentare l’accesso ai finanziamenti raccolti tramite le piattaforme di crowdfunding da parte di imprenditori, start-up e piccole e medie imprese in genere. Per questa ragione il futuro regolamento escluderebbe dal proprio ambito di applicazione le forme di crowdfunding che non promettono all’investitore un ritorno economico, ossia quelle che raccolgono finanziamenti attraverso donazioni (donation-based crowfunding) e/o ricompense (rewards crowfunding) nonché quelle che si rivolgono ai consumatori. In entrambi i casi, inoltre, il servizio di crowfunding avrebbe caratteristiche ed esigenze di disciplina molto diverse da quelle prese in considerazione dalla proposta, con il rischio di creare un quadro giuridico troppo eterogeneo oppure di interferire con normative UE già esistenti (es. in materia di protezione dei consumatori). Dunque, le nuove disposizioni dovrebbero rivolgersi esclusivamente ai servizi di equity crowdfunding e lending crowdfunding.

 La Commissione invita le autorità europee di vigilanza, entro il primo trimestre 2019, a mappare gli attuali approcci di autorizzazione e di licenza per i modelli di business innovativi di FinTech. In particolare, dovrebbero esaminare in che modo le autorità nazionali applichino la proporzionalità e la flessibilità della legislazione sui servizi finanziari. Se del caso, le autorità di vigilanza europee dovrebbero pubblicare orientamenti sugli approcci e le procedure o presentare raccomandazioni alla Commissione sulla necessità di adeguare la legislazione sui servizi finanziari dell’UE.

Il nuovo regolamento europeo potrà  prevede importanti misure in materia di informativa e gestione del rischio a protezione degli investitori sulle piattaforme di crowdfunding.  Nello specifico  i gestori delle piattaforme devono rendere disponibili sul proprio sito web un elenco dettagliato di informazioni sulla propria organizzazione, sui costi e gli oneri dei servizi offerti nonché sulle condizioni e la natura dei rischi legati ad un possibile investimento sulla piattaforma.

Infine  le piattaforme  devono sottoporre i potenziali investitori a un vero e proprio test di valutazione delle loro conoscenze di base e della comprensione dei rischi di un’operazione di investimento in generale ovvero di una delle tipologie di investimento offerte dalla piattaforma. Queste misure dovranno consentire ai gestori e agli investitori di valutare l’adeguatezza dei servizi offerti dalla piattaforma: tuttavia, il regolamento precisa che i risultati del test non impediranno ai potenziali clienti di investire in progetti di crowdfunding.