REALIZZARE UN NEGOZIO ONLINE INTRECETTANDO FONDI DI FINANZIAMENTO
E-Commerce: di cosa si tratta? Con il termine “e-Commerce” si indicano le operazioni relative ad attività commerciali e transazioni effettuate per via elettronica: commercializzazione di beni e servizi, distribuzione online di contenuti digitali, effettuazione di operazioni finanziarie e di Borsa, appalti pubblici per via elettronica e altre procedure transattive della P.A.
La vendita si realizza tramite piattaforma web, su cui il venditore carica il catalogo prodotti/servizi così che il compratore lo possa consultare online, scegliendo i prodotti da acquistare e inviando l’ordine. A seconda del profilo cliente si parla di:
- Business to Consumer (B2C): azienda che vende a un privato;
- Business to Business (B2B): azienda che vende a un’altra azienda.
Il commercio elettronico offre oggi grandi potenzialità di business, anche associate al Social Commerce, che sfrutta la sinergia dei social network per la vendita grazie all’interazione tra utenti e allo scambio di feedback.
Una buona occasione per tanti giovani con buone idee, quindi, tanto più che la Direttiva 2000/31/CE stabilisce che per l’avvio di un’attività di questo genere non occorrono autorizzazioni preventive (fermi restando i requisiti professionali per lo svolgimento di specifiche attività).
Vendita online: attività occasionale o d’impresa. Il giovane che lavora come freelance e offre prestazioni occasionali via internet può esercitare libera attività fino a 5.000 euro l’anno di ricavi, rilasciando ricevuta con l’indicazione di prestazione occasionale. La nota sarà soggetta a ritenuta d’acconto del 20% (redditi da inserire in dichiarazione dei redditi) e, nel caso di compensi superiori a 77,47 euro, a imposta di bollo. Oltre 5.000 euro è necessario aprire Partita IVA e iscriversi alla Gestione Separata INPS. In altre parole, il giovane che offre i propri servizi professionali usando il web per trovare clienti o che effettua vendite occasionali su eBay può evitare di aprire Partita IVA fino ad un reddito non superiore a 5.000 euro annui; al contrario, se intende avviare un e-commerce, acquistare merci e rivenderle al consumatore deve aprirla poiché è assente l’occasionalità della prestazione.
E-commerce: adempimenti. Per avviare un’attività vera e propria è, dunque, necessario costituire una società davanti al notaio, con spese che potrebbero superare il migliaio di euro tranne nel caso di costituzione di società a responsabilità limitata semplificata (per la quale non sono previsti oneri notarili). Seguono gli adempimenti classici: iscrizione alla Camera di Commercio (tramite ComUnica) e presentazione della SCIA allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune nel quale si intende avviare l’attività. Occorre, inoltre, comunicare all’Agenzia delle Entrate l’indirizzo del sito web, i dati identificativi dell’Internet Service Provider, l’indirizzo di posta elettronica, il numero di telefono e di fax. La vendita a operatori economici di altro Paese UE prevede anche l’iscrizione nella banca dati VIES (Vat Information Exchange System).
E-commerce: quali sono i costi? Per quanto riguarda i costi amministrativi si va da poche decine di euro per il pagamento dei diritti di segreteria al Comune ove si presenta la SCIA, ad un centinaio di euro per l’apertura della Partita IVA e per il diritto annuale della Camera di Commercio.
Occorre poi mettere a budget la piattaforma che permette di svolgere l’attività. Tale spesa può anche ammontare a migliaia di euro e comprendere l’acquisto del servizio di hosting (allocazione sui server degli ISP), la prestazione di programmatori e web designer, prima e dopo l’avvio, l’acquisto di hardware, software e backup. In alternativa, esistono sul mercato soluzioni low-cost in cui si acquistano pacchetti pronti e completi, a misura di start-up (Aruba, eBay e DHL, Register, SEAT PG, ecc…). Da non dimenticare, poi, tutta l’attività di promozione dell’attività, indispensabile per avviarla e per affermarsi sul mercato.
E-commerce: come avvengono gli acquisti? Una volta pronto il sito, il cliente che vi accede, dopo aver preso visione dei prodotti, esegue la procedura di acquisto compilando l’ordine ed eseguendo il pagamento. L’impresa invia la merce ed emette fattura, ma le vendite ai consumatori finali sono esonerate dall’obbligo di emissione salvo richiesta dal cliente, così come da scontrino e ricevuta fiscale. Il venditore dovrà però annotare i corrispettivi giornalieri delle vendite, IVA compresa, nel registro dei corrispettivi.
La Puglia sostiene l’E-commerce. Per quanto riguarda l’opportunità di aprire un sito di commercio elettronico in Puglia, Nidi sostiene la nascita di microimprese in molti settori tra cui quello in esame, attraverso la possibilità di ottenere un contributo in c/esercizio. In particolare, si è innalzato ad € 10.000,00 il contributo a fondo perduto sulle spese di gestione, tra cui rientrano ora canoni ed abbonamenti per l’accesso a banche dati, per servizi software, servizi “cloud“, servizi informativi, housing; registrazione di domini Internet; servizi di posizionamento sui motori di ricerca; acquisto di spazi per campagne di Web Marketing.
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