MEETING EUROPEO DEI GIOVANI

Non ci puo’ essere Europa se non c’e’ una coscienza dei giovani“. Il ministro per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi, ha esordito con queste parole alla giornata conclusiva del quinto Meeting dei giovani europei, organizzato dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, rilanciando la sfida della costruzione europea alle nuove generazioni. “Noi siamo ormai il passato – ha detto Ronchi-  sarete voi la cinghia di trasmissione del futuro, nell’arte, nell’economia, nella storia, nella vita di tutti i giorni”. Una speranza in più, per chi come me sta cercando di contribuire alla realizzazione di una società fondata sui valori e sulla rivalutazione delle giovani idee. Non smetterò mai di ripeterlo… Sempre più, sono i vecchi che insinuano il loro servizio a favore dei giovani. Vecchi bugiardi, politici inutili, che strumentalizzano il significato più importante di questa parola. I giovani ormai sono abbastanza responsabili per poter camminare con le proprie gambe. I vecchi pensino ad altro…. anzi ci diano la possibilità di farci parlare…  Ronchi ha ammesso che fin qui l’Europa ha tradito le attese e le speranze che aveva suscitato: “Cosi’ com’e’ e’ un’Europa fredda, burocratica, che parla solo di economia, mentre invece servono identita’, valori, idealita’, solidarieta’. Non si sta insieme solo per convenzione, per un bollino in piu’. Occorre creare la coscienza di un’identita’ forte, ritrovare le radici occidentali. Altrimenti, come alle ultime elezioni europee, si afferma la destra estrema e xenofoba. Badate, non e’ un voto ideologico. Semplicemente i cittadini non sentono questa Europa come una cosa vicina a loro. La burocrazia e’ troppo lontana dalle persone“. Per arrivare a questo bisogna dunque affrontare i veri grandi problemi dell’unita’ e principalmente quello dell’integrazione.
E’ caduto il Muro di Berlino – ha proseguito Ronchi-, ma non basta. Mi auguro che l’Europa dei veti sia finita. Bisogna riscoprire il valore dell’inclusione legato, certo, a quello della sicurezza. Cosi’ come e’ stata disegnata questa Europa non unisce: mancano temi fondamentali come l’integrazione, la sicurezza, le nuove poverta’ (oltre 30 milioni), i diritti degli ultimi. Bisogna ripartire dal basso perché al centro di tutto c’e’ la persona umana. Questo e’ il minimo comun denominatore“.

E cosa c’e’ di meglio se non ricominciare dai giovani?

Ci dobbiamo credere questa volta ?

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