AVVIATO OGGI LO SCUDO FISCALE PER I CAPITALI ALL’ESTERO
Parte oggi in Italia la terza versione dello scudo fiscale per l’emersione dei capitali illecitamente esportati all’estero, voluta dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
- COSA E’ LO SCUDO FISCALE
È un provvedimento temporaneo per incentivare il rientro di capitali custoditi all’estero da cittadini italiani, generalmente in Paesi con una normativa fiscale più blanda. Riguarda appunto quelle persone fisiche che hanno depositi o investimenti finanziari in Paesi stranieri, generalmente i cosiddetti «paradisi fiscali» e che, pagando un’ammenda, possono farli rientrare lecitamente in Italia. Un modo innovativo per far rimpatriare le ricchezze nella penisola !!!!
Lo scudo “si applica sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute almen2o al 31 dicembre 2008 e rimpatriate ovvero regolarizzate a partire dal 15 settembre 2009 e fino al 15 aprile 2010”. Secondo la stima di alcuni banchieri d’affari l’operazione potrebbe portare all’emersione di capitali per 50 o 100 miliardi di euro, con un gettito per lo Stato tra 2,5 e 5 miliardi in totale. Quindi, per i prossimi sette mesi, fino al 15 aprile 2010, sarà possibile rimpatriare o regolarizzare le attività oltreconfine, pagando solo un’aliquota del 5%. L’anonimato è garantito e si evitano eventuali sanzioni del Fisco, ma non si potrà accedere allo scudo se è in corso un accertamento fiscale o se è già stata accertata la violazione di obblighi tributari o contributivi.
- I BENEFICIARI
I possibili beneficiari dello scudo fiscale sono le persone fisiche, gli enti commerciali e le associazioni equiparate fiscalmente con residenza in Italia nell’anno in cui presentano la domanda, la cosiddetta ‘dichiarazione riservata’. Sono escluse invece le società di capitali. Le attività che possono rientrare nell’operazione sono quelle finanziarie e patrimoniali (denaro, azioni, immobili, beni di lusso) portate o rilevate all’estero entro il 31 dicembre 2008 e non dichiarate al Fisco italiano.
- VANTAGGI
Per la regolarizzazione o il rimpatrio si dovrà pagare un’imposta del 5%. In particolare, sulle attività rimpatriate o regolarizzate si calcola un reddito forfettario del 2% all’anno per i cinque anni precedenti e questo rendimento viene poi tassato al 50%. Con lo scudo, quindi, si estinguono le sanzioni amministrative, tributarie e previdenziali.